Tutto ha inizio alcuni anni fa, con la lettura di alcune pagine del libro di Du Sautoy, L’enigma dei numeri primi.
A catapultarmi nel vortice non è stato tanto il venire a conoscenza del fatto che migliaia di matematici hanno sperperato le proprie vite nel tentativo di comprendere la natura della sequenza di numeri primi o a risolvere la congettura di Goldbach.
Nè ho avuto basi matematiche, o indottrinamenti prossimi al mondo dei calcoli tali da rendermi più facile l’avvicinamento ai mille quesiti che permeano la materia.
Piuttosto ho trovato un forte beneficio a ritrovarmi a camminare sulle mattonelle di un marciapiede con dei buchi che non riesco a contare. L’incapacità di trovare l’ordine nella sequenza dei primi sulla semiretta ordinata mi lascia piacevolmente spaesato, e tutto quel che il mio cervello fa per cercare di capire l’ordine nascosto, lo fa senza la mia volontà e senza alcuna precisa indicazione da parte del sottoscritto, come diretta conseguenza del piacere che prova nello sguazzare nel disordine.